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Comunità Energetiche Rinnovabili: Via Libera dalla Commissione Europea



Dopo un periodo di attesa di quasi due anni, finalmente emerge una svolta positiva per le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) in Italia. Il 22 novembre, la Commissione Europea ha approvato il decreto italiano che introduce una tariffa incentivante per l'energia autoconsumata generata dalle CER. Con la pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale, si aprirà un nuovo capitolo per le CER, caratterizzato da una maggiore flessibilità operativa, inclusione di cabine primarie, estensione delle dimensioni degli impianti e l'opportunità di coinvolgere un numero maggiore di utenze. Questo passo rappresenta un'evoluzione significativa nel settore delle energie rinnovabili, promettendo un impatto positivo su larga scala.


Si confermano le due forme di agevolazioni previste, ovvero l’incentivo in tariffa (quello che nel regime transitorio era definito “tariffa premio”, e i contributi a fondo perduto.



Incentivo in tariffa

Il MASE darà accesso alla tariffa incentivante fino al raggiungimento di un contingente massimo di 5 GW di potenza entro il 31 dicembre 2027. Ad avere accesso agli incentivi non saranno solo le CER, ma anche i sistemi di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili e i sistemi di autoconsumo individuali di energia rinnovabile a distanza che utilizzano la rete elettrica di distribuzione.

L’incentivo in tariffa riguarda l’energia autoconsumata, ovvero l’energia che viene utilizzata dai membri della CER nel momento in cui l’impianto produce (l’unità minima è l’ora).


Potranno accedere all’incentivo:

  • Gli impianti con potenza massima non superiore a 1 MW (la stessa soglia vale anche per gli interventi di potenziamento) che presentino domanda di incentivazione al GSE entro 120 giorni successivi alla data di entrata in esercizio;

  • Le CER che risultano costituite alla data di presentazione della domanda di accesso agli incentivi;

  • Gli impianti di produzione e i punti di prelievo di una CER facenti parte dell’area sottesa alla medesima cabina primaria

Gli incentivi in forma di tariffa sono cumulabili con contributi in conto capitale nella misura massima del 40%, nel rispetto del principio di divieto di doppio finanziamento di cui all’art. 9 del Reg. (UE) 241/2021.

La tariffa incentivante, garantita per una durata di vent’anni, è composta da due componenti: una parte fissa e una variabile.

La tariffa incentivante, garantita per una durata di vent’anni, è composta da due componenti: una parte fissa e una variabile. La parte fissa prevede tre scaglioni in funzione della taglia dell’impianto. La parte variabile è soggetta alle variazioni del prezzo di mercato dell’energia (Pz). La tariffa incentivante aumenta al diminuire della potenza degli impianti e al diminuire del prezzo dell’energia (Pz) così come riportato nella tabella seguente:


  • impianti fino a 600 kW la tariffa è composta da un fisso di 60 € per MWh e la tariffa premio non può superare i 100€ per MWh;

  • impianti fino tra 200 kW e 600 kW la tariffa è composta da un fisso di 70 € per MWh e la tariffa premio non può superare i 110€ per MWh;

  • impianti al di sotto o pari di 200 kW la tariffa è composta da un fisso di 80 € per MWh e la tariffa premio non può superare i 120€ per MWh.


Inoltre, per tenere conto dei diversi livelli di irraggiamento sul territorio italiano, per gli impianti situati nelle Regioni del Centro e Nord Italia è prevista una maggiorazione della tariffa incentivante:


  • 4€ in più per MWh più per le regioni del centro Italia (Lazio, Marche, Toscana, Umbria, Abruzzo);

  • 10 € in più per MWh per le regioni del nord Italia (Emilia-Romagna,, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto).


Contributo a fondo perduto PNRR


Le risorse del PNRR stanziate per le CER sono pari a 2,2 miliardi di euro e il contributo è rivolto ai territori dei Comuni sotto i 5 mila abitanti. Cumulabile con l’incentivo in tariffa, il contributo si può ottenere per un ammontare pari al 40% dell’investimento per chi crea una CER. La potenza agevolabile è di circa 2 GW fino al 30 giugno 2026.


Quali sono i requisiti per fare richiesta per un contributo a fondo perduto?

Alla data di presentazione della domanda di accesso al contributo in conto capitale, la CER deve essere già costituita. Per poter fare richiesta la CER deve essere in possesso del preventivo di connessione alla rete elettrica accettato in via definitiva, ma i lavori per la realizzazione degli impianti (che non devono superare singolarmente 1 MW di potenza) devono essere avviati soltanto dopo la richiesta del contributo. L’impianto deve entrare in esercizio entro 18 mesi dalla data di ammissione al contributo (e comunque non oltre il 30 giugno 2026).

Le spese per la quale si puó beneficiare dei contributi sono:


  • realizzazione di impianti a fonti rinnovabili (a titolo di esempio: componenti, inverter, strutture per il montaggio, componentistica elettrica, etc.);

  • fornitura e posa in opera dei sistemi di accumulo;

  • acquisto e installazione macchinari, impianti e attrezzature hardware e software, comprese le spese per la loro installazione e messa in esercizio;

  • opere edili strettamente necessarie alla realizzazione dell’intervento;

  • connessione alla rete elettrica nazionale;

  • studi di perfettibilità e spese necessarie per attività preliminari, ivi incluse le spese necessarie alla costituzione delle configurazioni;

  • progettazioni, indagini geologiche e geotecniche il cui onere è a carico del progettista per la definizione progettuale dell’opera;

  • direzioni lavori, sicurezza;

  • collaudi tecnici e/o tecnico-amministrativi, consulenze e/o supporto tecnico-amministrativo essenziali all’attuazione del progetto.

  • Sono finanziabili in misura non superiore al 10% dell’importo ammesso a finanziamento le seguenti spese:

  • spese di autoconusumo individuale di energia rinnovabile a distanza;

  • comunità energetiche rinnovabili realizzate da clienti finali ai sensi dell’art. 31 del 199/2021;

  • configurazioni di autoconusumo per la condivisione dell’energia rinnovabile;

  • potenziamento di un impianto alimentato da fonti rinnovabili.


Infine, il MASE fornisce i limiti del costo di investimento massimo:

  • 1.500 €/kW, per impianti fino a 20 kW;

  • 1.200 €/kW, per impianti di potenza superiore a 20 kW e fino a 200 kW;

  • 1.100 €/kW per potenza superiore a 200 kW e fino a 600 kW;

  • 1.050 €/kW, per impianti di potenza superiore a 600 kW e fino a 1.000 kW.


Non ci resta che attendere la pubblicazione del decreto attuativo da parte del MASE e delle relative regole tecniche da parte del GSE, per poi vedere l'effettivo dispiegamento di queste iniziative. Il cammino verso un futuro energetico più pulito e partecipativo è tracciato, e l'Italia sta per imboccare una strada rivoluzionaria, dove ogni cittadino ha il potere di contribuire attivamente alla transizione energetica.

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